Lo spettacolo funziona nel I Atto in cui tutto deve essere definito. Quanto in un II Atto che si sgrana sempre più man mano che si cerca di metterlo a fuoco spezzandosi in schegge di pura drammaticità. Vive d’atmosfere secche. Tocca l’apice nella scena del “cimitero” dove, in un universo dilaniato, Don Giovanni si muove all’interno di una camera oscura…Molto ben realizzato lo spettacolo procede accostando “coup de théâtre” ad analisi più approfondite.
Silvia Campana – L’OPERA
NON A GENOVA sembrava di stare ieri sera, piuttosto a Salisburgo, visto che è stato allestito un “Don Giovanni” modernista e innovatore…
Margherita Rubino – IL SECOLO XIX
…Soprattutto bellissima è risultata la grande scena del sestetto ambientata in un bar coi sei protagonisti intenti a bere a coppie di due in tre tavolini, e conclusasi con una donna Elvira, impasticcata ed ubriaca che canta la sua disperazione tutta sola. Questo fa capire che anche ambientando le opere in epoche contemporanee è possibile restare aderenti alla trama ed alla musica, se si ha la cultura e soprattutto l’umiltà necessaria nell’accostarsi a capolavori del genere.
Domenico Gatto – www.operaworld.es
…Congratulazioni a Rosetta Cucchi ed alla sua squadra… A sipario chiuso, resta, abbagliante, l’immagine di quella macchina fotografica di Leporello che “immortala” Don Giovanni.
Giorgio De Martino – www.sipario.it
…Il cimitero diventato camera oscura dove, tra le foto delle malefatte del protagonista, compare, parla e scompare l’immagine del Commendatore) regge, coinvolge e diverte. Merito anche delle indovinate citazioni sceniche di Andrea De Micheli ”
Patrizia Monteverdi – www.operaclick.com
Un allestimento coraggioso e volutamente pensato per attirare un pubblico giovanile, che infatti premia la proposta del teatro genovese con grandi applausi…Le scene sono state realizzate da Andrea De Micheli, i costumi sono curati da Claudia Pernigotti e le luci sono firmate da Luciano Novelli, mentre il coro è guidato Patrizia Priarone.
Mattia Bozzo – www.artslife.com
